La "Leppa" è il classico coltello sardo, ancora oggi in uso sopratutto presso pastori e contadini, la parola proviene dal greco lepis, lépos che significa 'lamina di metallo'.
Per costruire una ottima resolza, occorrono circa 20 ore di duro lavoro, si inizia con il taglio del corno, che va pulito e formato al fuoco, si segue con la forgiatura della lama, l'affilatura (con carta vetrata) e l'innesto sul manico, si termina con l'anello, spesso in ottone, lavorato e inciso a mano, bloccato sul manico con i ribadinos, chiodi speciali che servono per fissare il manico alla lama.
Esistono tantissime varietà di leppas, a seconda della zona geografica di produzione e della struttura morfologica del coltello stesso.
Leppa Pattadese : originaria del centro montano di Pattada (SS) caratteristica per la lama "a foglia di mirto"
Leppa Tempiese : diffusa in Gallura
Leppa Lussurgese : comunemente chiamato "sa lussulzesa"
Leppa Arburese : un coltello da scuoio, con la lama panciuta, anche denominata "a foglia larga".
Leppa Guspinese : il coltello del minatore, tipico per avere la punta mozzata, a seguito della legge "Giolitti" del 1908, che vietava il porto di coltelli appuntiti atti a offendere.
La vera leppa è un grande coltello a lama fissa, ma ormai col termine "leppa" viene indicato il classico coltello sardo a serramanico, il termine può variare a seconda della zona geografica dell'Isola, nel nord "resolza", nel sud "arresoja".
Si compone di tre parti essenziali :
La lama, in acciaio temperato, al carbonio e inossidabile.
Il manico, in corno di bufalo, capra, montone, legno, corno di muflone (il più pregiato se originario dell'Isola), corna di muflone di provenienza dall'Est Europa.
Il Fornimento o Collarino, in ottone o metalli preziosi, oro o argento. Spesso finemente lavorati.
Per costruire una ottima resolza, occorrono circa 20 ore di duro lavoro, si inizia con il taglio del corno, che va pulito e formato al fuoco, si segue con la forgiatura della lama, l'affilatura (con carta vetrata) e l'innesto sul manico, si termina con l'anello, spesso in ottone, lavorato e inciso a mano, bloccato sul manico con i ribadinos, chiodi speciali che servono per fissare il manico alla lama.
Esistono tantissime varietà di leppas, a seconda della zona geografica di produzione e della struttura morfologica del coltello stesso.
Leppa Pattadese : originaria del centro montano di Pattada (SS) caratteristica per la lama "a foglia di mirto"
Leppa Tempiese : diffusa in Gallura
Leppa Lussurgese : comunemente chiamato "sa lussulzesa"
Leppa Arburese : un coltello da scuoio, con la lama panciuta, anche denominata "a foglia larga".
Leppa Guspinese : il coltello del minatore, tipico per avere la punta mozzata, a seguito della legge "Giolitti" del 1908, che vietava il porto di coltelli appuntiti atti a offendere.
La vera leppa è un grande coltello a lama fissa, ma ormai col termine "leppa" viene indicato il classico coltello sardo a serramanico, il termine può variare a seconda della zona geografica dell'Isola, nel nord "resolza", nel sud "arresoja".
Si compone di tre parti essenziali :
La lama, in acciaio temperato, al carbonio e inossidabile.
Il manico, in corno di bufalo, capra, montone, legno, corno di muflone (il più pregiato se originario dell'Isola), corna di muflone di provenienza dall'Est Europa.
Il Fornimento o Collarino, in ottone o metalli preziosi, oro o argento. Spesso finemente lavorati.
(tratto da http://www.leppa.it )
Questi sono i miei coltelli sardi, 3 sono regali di mio padre e 2 li ho comprati io:
Dall'alto:
coltello di Pattada con manico in corno scuro, lama in acciaio non inox 9,5 cm
coltello di Pattada con manico in corno biondo lama inox 9,5 cm
coltello di Pattada con manico in legno di olivo lama inox 9 cm
coltello di Santu Lussurgiu mod. Guspinese con manico in corno bianco lama inox 7 cm
coltello di Pattada Figus sfilatino con manico in corno chiaro lama inox 9,5 com
Che belli questi coltelli!
RispondiEliminaEhmmm, è' vero che sono un tuo amico, Daniela e non mi faresti mai niente di male??? :-D
A me piace il terzo, quello con il manico d'ulivo, e ancora di piu' il primo dall'alto, secondo me con il filo a posto taglia meglio di un bisturi.
Gia' che ci sono, ribadendo il fatto che ti considero un'amica, vorrei chiederti un favore, puoi scrivere bene John in Auguri di serenità a tutti...?
Lungi da me fare questa preghiera per spirito di polemica o per dileggio per l'errore che dipende certamente da cause che ti sono estranee, forse un problema tecnico di trasmissione nell'upload del post, anzi, approfittando dell'occasione vorrei confermarti che per te ho il massimo rispetto e considerazione, e chiedo se puoi esaudire questo desiderio improntato in un quadro di armonioso spirito collaborativo e migliorativo del tuo gia' meraviglioso spazio virtuale pubblico.
Mi permetto di ringraziarti anticipatamente per la considerazione che eventualmente mi vorrai generosamente concedere.
Auguro una buona continuazione di serata e del periodo festivo.
Tuo Fabrizio
Caro Brifazio,
RispondiEliminada quel poco che hai visto penso che tu abbia capito che sono una pacifica e che mai ti farei del male, a meno che tu non sia un agnellino in tempo di Pasqua...
I miei coltelli sono coltelli da tutti i giorni, niente a che vedere con quelli bellissimi da collezionismo, ma io li uso molto e mi piacciono.
Hai ragione il primo ha una lama di acciaio dolce e ben affilata è la migliore. Un po' cme le lame degli Opinel, ma quelli vecchi non inox, adesso fanno inox anche quelli.
Grazie per avermi segnalato l'errore, come puoi vedere aprendo il primo link io avevo copiincolato molto "bovinamente" e infatti mi suonava strano...correggo subito.
Auguri.
Va be', sei pacifica, ma pericoloooooosa!!!
RispondiElimina:-ppppppp
Ma fatela finita entrambi :-))))
RispondiEliminaColtelli che usi in cucina, spero... Non me ne intendo molto, ma dopo molte gocce di sangue sparse sul tagliere (il mio!) ho capito che bisogna stare più attenti con i coltelli che non tagliano che non con quelli che tagliano...
RispondiEliminaSerene feste, Dani!
sì Venere, in cucina, ma ne ho sempre uno con me..........
RispondiEliminati hanno almeno dato la provvigione quelli di Hobby & Works?
RispondiEliminastanno pubblicizzando la loro enciclopedia sui coltelli italiani :-))))
enciclopedia sui coltelli? interessante, non lo sapevo...
RispondiElimina:-)
quella che noi deffiniamo leppa è il coltello sardo , ma la vera leppa e piu simile ha un machete la si puo vedere in tante stampe di personaggi sardi in costume
EliminaGrazie, io mi sono basata su quello ch emi dice mio padre e da lui chiamano leppa anche questi coltelli qui.
RispondiEliminaLeppa... è un coltello a lama fissa! Una specie di scimitarra
RispondiEliminagrazie anonimo, lo dirò a mio padre
EliminaSon capitato per caso in questa pagina, vorrei rilasciare qualche informazione per i meno esperti. Tutti i coltelli prodotti in Sardegna riportano sulla lama il nome o le iniziali dell’artigiano partendo dall’alto posso dirvi che i primi due son dei falsi . Il terzo potrebbe essere un semi artigianale. Il 4 il coltello a lametta è un coltello semiartigianale prodotto a Santu lussurgiu è un Vittorio Mura e per finire l’ultimo è nuovamente un falso
RispondiElimina