22 dicembre 2010

Malloreddus freschi, pomodoro e pecorino




Malloreddus freschi al pomodoro
I malloreddus sono una pasta caratteristica della Sardegna. Da nord a sud sono moto simili, cambiano speso le dimensioni e nel cagliaritano a volte si aggiunge lo zafferano. Per il resto sono sempre gnocchetti di pasta acqua e farina. In commercio se ne trovano molti ma i più buoni sono quelli fatti in casa e cucinati freschi.



E' un impasto povero: acqua, semola rimacinata e sale con cui si deve fare un impasto duro. Non si mettono le uova, a volte qualcuno usa i soli albumi che avanzano da altre preparazioni. Per prepararli ci vuole tempo e pazienza.
Se la pasta è povera il condimento è spesso ricco: ragù di carne o di salsiccia nella ricetta “alla campidanese” o semplice sugo di pomodoro e sempre con tanto pecorino!!
Per la pasta:
360 g di semola rimacinata
40 g di farina 00
250 ml di acqua tiepida (l'impasto deve essere abbastanza duro ma lavorabile)
zafferano (facoltativo)
semola rimacinata per spolverare
Procedimento:
Fare la fontana con la farina sulla spianatoia e versarvi al centro poco per volta l'acqua tiepida leggermente salata, quindi impastare la farina cominciando dal centro della fontana, e lavorare bene per un quarto d'ora, aggiungendo acqua tiepida se serve, fino ad ottenere un panetto liscio e sodo.
Dividere in pezzi la pasta ottenuta, arrotolare i pezzi sulla spianatoia con il palmo della mano in modo da formare dei cilindri e, prendendone uno alla volta lasciare gli altri coperti perché non secchino e tagliarne dei pezzettini con un coltello tali da da ottenere, arrotolandoli sui rebbi di una forchetta e sull'interno di una grattugia dei piccoli gnocchi arrotolati.
Stenderli su un telo e spolverare con la semola rimacinata.
Mettere a bollire una pentola con abbondante acqua salata in cui si cuocerà la pasta fino a quando non verrà a galla. Condirla con un sugo di pomodoro e pecorino (o, se non piace, con parmigiano).
E anche questa volta abbiamo il vino che ci consiglia il sommelier Massimo Marchesi di MilanoVino:
Per un piatto semplice come questo io proporrei un vino abbastanza morbido, per tenere testa alla tendenza acida del pomodoro, con allo stesso tempo una discreta carica aromatica, medio corpo e finale lungo ma non eccessivo. L'deale sarebbe un vino rosato ad esempio un bel Montepulciano d'Abruzzo Cerasulo che unisce la delicatezza, figlia della tecnica di produzione (vinificazione in rosato) ad un certo corpo caratteristico del vitigno d'origine.


2 commenti:

  1. una bellissima variante al pecorino è la ricotta "mustia", cioe salata e affumicata, tipica dell'anglona e del sassarese in particolare. fantastica quella di Osilo (SS)!

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  2. grazie Fabio!!! li preferisco a quelli con la salsiccia alla campidanese.
    :-)

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