Con questo post inizio una collaborazione che mi ha molto lusingata quando mi è stata proposta. I motivi di tanto orgoglio sono semplici a iniziare da chi è nata. Massimo Piccheri delle Officine del Gusto che avevo già sperimentato quando ho cucinato il capocollo di maiale brado mi ha chiesto di provare alcuni tagli di carne e insieme abbiamo pensato di iniziare con quelli classici ma anche un po' dimenticati. Questo è ottimo per un pranzo di Pasqua in famiglia.
Il primo taglio che propongo è il Cappello del prete che in tutta Italia prende nomi diversi, come Sora, Sottopaletta. Fa parte del quarto anteriore ed è un muscolo caratterizzato da una vena di tessuto connettivo che lo attraversa da cui nasce il nome usato in Piemonte di Arrosto della vena. Ed è proprio questa striatura di grasso e tessuto connettivo che sciogliendosi in cottura dà morbidezza e fragranza alla carne. E' adatto per brasati, bolliti, lessi e spezzatini e si trova di vitello, vitellone e manzo.
Tuttavia c'è da dire che non è proprio facile fotografare la carne, soprattutto cotta. Lo sanno molti blogger che non è un soggetto facile. Basta poco e si rischia di non rendere in pieno tutta la delizia che un piatto così può procurare. In questo concordo con Lydia che già nel 2011 dichiarava tutta la sua frustrazione nel non riuscire a fotografare la carne come avrebbe voluto.
Il nostro pezzo si presentava così e mentre raccoglievo le idee sugli ingredienti per un buon brasato al vino rosso mi sono dedicata alla prima operazione da fare per ottenere un ottimo arrosto. Molti si chiederanno, e quale sarà?
Ingredienti:
1 pezzo di carne di bovino adulto di almeno un chilogrammo
1 bottiglia di un buon vino rosso (classico il barolo ma non solo)
2 cipolle
2 carote
1 costa di sedano
2 grani di pepe
2 foglie di alloro
1 stecca di cannella
4 bacche di ginepro
1 rametto di rosmarino
1 bottiglia di un buon vino rosso (classico il barolo ma non solo)
2 cipolle
2 carote
1 costa di sedano
2 grani di pepe
2 foglie di alloro
1 stecca di cannella
4 bacche di ginepro
1 rametto di rosmarino
2 foglie di salvia
1 spicchio d’aglio
2 chiodi di garofano
1 pezzo di pancetta a fettine sottili
Sale e pepe
1 spicchio d’aglio
2 chiodi di garofano
1 pezzo di pancetta a fettine sottili
Sale e pepe
Tagliare a pezzi grossi le verdure e unire le spezie, versare tutto il vino, mettere tutto in un contenitore con la carne e marinare in frigo per un giorno o una notte agitando di tanto in tanto.
Terminata la marinatura sgocciolare la carne e fare lo stesso con le verdure. Conservare il liquido della marinatura.
In una casseruola cuocere i pezzi di pancetta a fuoco basso e farli "sfrigolare". Togliere i pezzi croccanti (da bambini quando mia nonna li faceva ce li rubavamo per mangiarli con il pane) e nel grasso che si è formato mettere il pezzo di carne a rosolare bene da tutti i lati. In questo modo grazie alla reazione di Maillard avvengono una serie di trasformazioni di zuccheri e proteine che hanno come effetto finale che si conservano i succhi all'interno della carne.
Aggiungere le verdure, tranne aglio, rosmarino e salvia, poi il vino della marinata e se necessario acqua per coprire il pezzo.
Cuocere coperto per 3-4 ore fino a quando la carne non è morbidissima. Aggiustare di sale e pepe se necessario. Togliere la carne dal tegame, tenerla al caldo e farla riposare. Ridurre il fondo di cottura a fuoco vivace. C'è chi trita le verdure finissime al coltello (faccio così per i salmì o per il cinghiale), a me piacciono passate al setaccio che formino una crema fine. Come diceva la mia prima maestra di cucina "più raffinata ed elegante" ;)
Tagliare la carne a fette sottili e servire con il fondo di cottura. Accompagnare con patate lesse, un purè o un'ottima polenta e possibilmente lo stesso vino usato in cottura.
Con la carne rimasta si possono farcire degli ottimi agnolotti, conditi con lo stesso sugo dell'arrosto.
Per chiudere il pranzo di Pasqua è tradizione a casa mia mangiare la pizza di Civitavecchia. QUI la ricetta 2014 e QUI la versione 2015. Per uno stampo da 18/20 cm usare la dose da 2 uova.
http://www.leofficinedelgustoenotecaroma.com
Per chiudere il pranzo di Pasqua è tradizione a casa mia mangiare la pizza di Civitavecchia. QUI la ricetta 2014 e QUI la versione 2015. Per uno stampo da 18/20 cm usare la dose da 2 uova.
Le Officine del Gusto
Via Conca D'oro 260/262
Roma
06 3105 2652http://www.leofficinedelgustoenotecaroma.com
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