Quest'estate dalla Sardegna ho pubblicato post con segnalazioni di posti dove mangiare o comprare in questa bella isola.
Ora che sono tornata prima di tirare le fila del mese di agosto e visto che qualcuno è ancora in vacanza riprendo con una ricetta, tipicamente sarda.
E' una ricetta delle zone della Sardegna dove viene fatto il pane carasau o carta musica, ma ormai è diventato internazionale.
Ricordo quando l'ho visto fare le prime volte negli anni '70 a Cala Gonone da una signora di Dorgali che utilizzava il suo pane cotto alegna, il pecorino fatto con il latte delle sue pecore e vi a dicendo...
Rispecchia perfettamente la filosofia del piatto unico, ci sono carboidrati, proteine e grassi, tutto nella giusta quantità. Con un buon bicchiere di vino rosso , meglio se locale, si può fare con poca spesa e poco tempo un piatto sano, facile e gustoso.
La scelta degli ingredienti è fondamentale per il risultato, ma non c'è bisogno di impazzirsi, basta scegliere prodotti freschi di buona qualità. Per il pane ho trovato uno di un forno di Dorgali e anche il pecorino veniva da lì.
Le uova devono essere freschissime, in cottura manterranno la forma ovoidale.
Avevo già pubblicato la ricetta anni fa, ma questa è una versione che nasce dall'incontro con un altro piatto tipico, stavolta del Logudoro, che sono le "uova in casciola" e che semplificano la realizzazione di questo piatto.
Il pane frattau tipico prevede la cottura delle uova (che siano freschissime e con questa cottura è evidentissimo se lo sono o no) in camicia.
Chi si vuole cimentare nella cottura delle uova in camicia può seguire i consigli di Giulia Mancini e Roy Caceres su Agrodolce in questo post interessantissimo sulla cottura delle uova.
Andiamo per gradi, siccome ogni piatto viene preparato singolarmente per ogni persona occorre:
100 g pane carasau di ottima qualità e fresco
sugo di pomodoro
un uovo o due secondo i gusti, freschissime
pecorino sardo
cipolla e basilico
olio extravergine di qualità, meglio se sardo
Preparare un sugo leggero secondo l'abitudine con cipolla e basilico e lasciarlo abbastanza liquido, non si deve concentrare troppo.
E qui viene la differenza con il frattau classico che potete leggere qui nel vecchio post del 2006.
Secondo l'usanza del logudorese si fanno cuocere le uova in tegame immerse nel sugo fino a quando l'albume è coagulato e il tuorlo è ancora cremoso.
Grattugiare il pecorino al momento.
Fare un primo strato di pane sul piatto, bagnare con il sugo e condire con pecorino. Alternare più strati a piacere, per me di solito ne faccio 3 ma 4-5 sono un bel piatto ricco.
Sull'ultimo strato mettere l'uovo cotto nel sugo (detto appunto "in casciola") e abbondante pecorino.
Preparare un piatto alla volta e servire subito. In alcuni ristoranti o visto che c'è l'usanza di fare un piattone unico e poi suddividerlo a tavola in porzioni. Oppure di fare più strati in precedenza, riscaldarli all'ultimo in forno e mettere sopra l'uovo. Non è l'usanza regionale, se piace ed è comodo si può fare ma non è pane frattau, chiamatelo in un altro modo.
Questo piatto viene fatto di solito con il pane "spianata" secco ma anche a un logudorese verace come mio padre è piaciuto l'uso del carasau più sottile e croccante ed ha approvato.
E il gusto se si usano materie prime di qualità è ottimo.
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