Gli Ohagi (おはぎ), chiamati anche Botamochi (ぼたもち o 牡丹餅) sono un dolce giapponese che si prepara con riso glutinoso e marmellata di fagioli rossi azuki, chiamata Anko.
I nomi dei dolci cambiano a seconda della festa di riferimento. Per la festa della primavera si fanno i botamochi, da "botan" peonia che fiorisce i primavera, in autunno si preparano gli ohagi che è il nome del trifoglio giapponese. Questi dolcetti si mangiano come cibo sacro che viene offerto durante l'Higan, una festa buddista giapponese.
Mesi fa c'è stato un workshop organizzato dall'Ambasciata del Giappone in Italia con la collaborazione di Ramen Bar Akira. In quell'occasione i pasticceri giapponesi di "Dorayaki - dolcezze giapponesi" per preannunciare la prossima apertura della pasticceria ci hanno fatto vedere come realizzare uno dei più famosi dolci tradizionali giapponesi, insieme all'ambasciatore del tè giapponese che ci ha spiegato come preparare e gustare al meglio questa bevanda.
Questi dolci appartengono alla categoria dei wagashi, cioè i dolci tradizionali; tutti gli altri dolci in cui le ricette francesi, americane o italiane vengono rielaborate con elementi giapponesi, prendono il nome di yogashi. Tè macha, fagioli azuki, sake, riso glutinoso sono solo alcuni degli ingredienti che contraddistinguono i wagashi.
Come ci spiega Laura Imai Messina nel suo libo "WA" questa parola significa armonia e indica tutto ciò che è mite, sereno e moderato. Ma WA è anche tutto ciò che è giapponese.
Cosa serve per fare i botamochi?
riso glutinoso
anko
semi di sesamo
polvere di soi
polvere di tè matcha
Prima di tutto il riso glutinoso.
E' un tipo di riso usato per fare torte di riso "mochi". Quando è cotto è molto appicicoso. In giapponese si chiama anche "mochi kome", cioè riso per fare i mochi. Se non si è in Giappone si può usare i riso originario.
Poi serve l'Anko. Una pasta di fagioli rossi azuki.
La ricetta.
E' abbastanza semplice. Prima di tutto bisogna cuocere il riso con il metodo giapponese, meglio se con una pentola cuociriso,, mescolando fino a quando non si attacca e i primi grani iniziai a perdere la forma rompendosi.
Stendere uno strato di riso sulla mano bagnata, formare una polpettina piatta e posizionare un po' di anko.
Formare l'ohagi avvolgendo la palla di riso intorno all'anko, premendo leggermente per dare solidità all'ohagi.
Come tocco finale si può rotolare la pallina nei semi di sesamo oppure nella polvere di tè matcha o di farina di soia.
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