In alcuni paesi del nord Italia si festeggia Santa Lucia e la santa porta i regali ai bambini. Pare che la tradizione venga dai paesi nordici ma come sia arrivata qui non si sa, come non si sa come abbia fatto una santa siracusana ad arrivare in Svezia.
LUSSEKATTER
(Ciambelline o focaccine allo Zafferano di Santa Lucia)
Ingredienti
700 grammi di farina per dolci
150 grammi di burro
1 uovo
1,5 grammi di zafferano
3 dl di latte
150 grammi di zucchero
50 grammi di lievito di birra fresco
sale
uva sultanina
Fondere in una casseruola il burro, aggiungere il latte e lo zafferano, quindi portare fino al punto di ebollizione. Intiepidire (o si uccide il lievito) e versare il composto sopra il lievito spezzettato. Aggiungere tutti gli altri ingredienti tranne le uvette e l'uovo.
Il risultato deve essere una pasta morbida ma non appiccicosa, che va lasciata riposare per 40 minuti coperta da un panno.
A questo punto dividere la pasta in 25-30 pezzi: da ciascun pezzo ottenere una lunga striscia cilindrica e comporla come un 8 o una S. Decorare con l'uvetta (preventivamente fatta ammollare)
Lasciare riposare ancora 40 minuti, quindi spennellare le focaccine con l'uovo sbattuto. Infornare a 250 gradi per 10 minuti.
il 13 dicembre in Svezia si mangiano Lusserkatter e si beve Glögg
Glögg
questa è di Bertha Pehrsson:
per 3 bottiglie
2 buteljer enkelt rödvin 2 bott. di vino rosso
2 buteljer enkelt rödvin 2 bott. di vino rosso
4 1/2 dl vatten 4 1/2 dl acqua
4 dl socker 4 dl di zucchero
2 stänger kanel 2 stecche di cannella da 10cm
20 kryddnejlikor 20 chiodi di garofano
30 hela kardemummor 30 semi interi di cardomomo
6 st skållade bittermandlar 6 mandorle amare(sbucciate)
3 pomeransskal 3 bucce di pomerans arancia amara, (citrus aurantium)
mettere l' acqua e le spezie in una pentola e far prendere bollore, cuocere per un paio di minuti e poi abbassare la fiamma ed aggiungere il vino. Lasciare sobbollire per un paio di minuti, a fuoco dolcissimo (non deve cuocere). Spegnere e lasciare macerare per un paio di ore. Quando è freddo si filtra (sennò diventa amaro) e si imbottiglia. Quando serve si riscalda e si serve con uvetta di corinto (quella piccola scura) e mandorle a scaglie.
mettere l' acqua e le spezie in una pentola e far prendere bollore, cuocere per un paio di minuti e poi abbassare la fiamma ed aggiungere il vino. Lasciare sobbollire per un paio di minuti, a fuoco dolcissimo (non deve cuocere). Spegnere e lasciare macerare per un paio di ore. Quando è freddo si filtra (sennò diventa amaro) e si imbottiglia. Quando serve si riscalda e si serve con uvetta di corinto (quella piccola scura) e mandorle a scaglie.
Il culto di Santa Lucia
Lucia, di famiglia aristocratica, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Nel luogo della sua morte, i cristiani di Siracusa dedicarono a lei un tempio, nel quale posero le sue reliquie. Il culto, comincia subito e prosegue nel tempo.
Secondo una fonte greca, Lucia era una giovane e ricca siracusana che, durante un pellegrinaggio al sepolcro della martire Agata a Catania, si vide apparire la santa che le predisse il martirio. Tornata a Siracusa, Lucia decise di rinunciare alle imminenti nozze e di distribuire tutti i suoi beni ai poveri. Denunciata come cristiana alle autorità romane dal mancato sposo, fu trascinata in tribunale dove il giudice non riuscì a farla abiurare né con le lusinghe né con le minacce, sicché venne condannata alla prostituzione. Ma quando i soldati tentarono di portarla via, si accorsero con stupore che era inamovibile come una roccia. Allora il giudice la condannò a morte.
Pare che sia morta effetivamente il 13 dicembre: nella prima metà del XIV secolo questa data coincideva con il solstizio d'inverno - a causa dello sfasamento tra anno solare e calendario giuliano - e quindi contribuì a fissare definitivamente le funzioni della santa nella tradizione popolare. Nacquero anche i proverbi tra cui "Santa Lucia, giorno più corto che ci sia".
Il culto della Santa si diffuse poi in tutta l'Italia, dando vita anche a nuove usanze. In Veneto e in Lombardia assunse anche la funzione solstiziale di distribuire doni ai bambini, lasciando ai più capricciosi non carbone, ma una bacchettina. Ancora oggi, i bambini preparano un piatto con fieno e semola per l'asinello che trasporta Santa Lucia e dei dolcetti che vengono legati ai lacci delle scarpe che verranno poi messe sul davanzale della cucina.
Il patronato sulla vista è dovuto a due circostanze: per prima cosa al nome che deriva dal greco lyke e dal latino lux, lucis che significano entrambi luce. In secondo luogo, il culto di Santa Lucia fiorì a Siracusa il cui cuore è l'isola di Ortigia dove sorgeva un tempio in onore di Artemide, la dea della luce simboleggiata dalla luna.
Santa Lucia in Svezia
Tanti anni fa Re Canuto di Svezia proclamò che il Natale sarebbe durato un mese, dal 13 dicembre - all'epoca giorno del solstizio d'inverno - al 13 gennaio, giorno appunto di San Canuto. Non si sa bene perché Lucia, una santa siciliana del 4° secolo, fosse cosi onorata nella lontana e fredda Svezia: si racconta che avesse visitato personalmente il Paese oppure che furono i missionari cristiani a parlare di lei al popolo e a diffonderne il culto. Qualunque sia l'origine , gli svedesi dimostrarono subito molto amore per Lucia, ''colei che porta luce'', festeggiata proprio il giorno del ritorno del sole e della vita.
Nel 1927 un quotidiano di Stoccolma decise di bandire un concorso per eleggere la cosidetta ''Lucia di Svezia che, con una corona di sette candele e vestita di una tunica bianca, doveva raccogliere le offerte e i doni da distribuire ai poveri e ai bisognosi in occasione delle feste natalizie. L'iniziativa ebbe un successo clamoroso che persiste tutt'oggi, tanto che, a Stoccolma, ad incoronare la prescelta è il vincitore del premio Nobel per la letteratura. Dal 1950 la festa svedese è collegata a quella siciliana, infatti la Lucia svedese si reca a Siracusa per partecipare alla procesione che conclude i festeggiamenti in onore della Santa.
oggi sono tortnata a finire di legggere tutto, ieri mi ero fermata alla ricetta!
RispondiEliminaBella pure la storia della tradizione svedese!
quando li farai??
RispondiElimina:-))))))))))
Ti leggo in ritardo per cui esprimo qui quello che riguarda il post precedente. Per quanto riguarda il parmigiano ritengo che sia un ingrediente molto utile ma va dosato bene, non è vero che copre tutto il resto, questo avviene se se ne abusa. Nel tuo piatto però non l'avrei messo neanche io.
RispondiEliminaciao Rob quanto tempo!!!
RispondiEliminaTi piace il tartufo??
Molto interessante questo excursus gastro-reli-storico... Dalle mie parti c'è un pout-pourri di portatori di doni: SAn Nicolò (6 dicembre) Santa Lucia (13 dicembre), Babbo Natale/Gesù Bambino, Befana (6 gennaio)... Bh siamo molto generosi, non c'è che dire!
RispondiEliminaVenere, ma san Nicolò non ha dato origine a Babbo Natale/Santa Claus?
RispondiEliminaUna curiosità: in questa ricetta è possibile utilizzare il lievito istantaneo, quello per pane e pizza, anziché quello di birra fresco?
RispondiEliminaGrazie.
Valeria se vuoi dire quello di birra secco la risposta è sì, se vuoi dire quello chimico non lo so, forse si dvono cambiare le proporzioni :-)
RispondiEliminaSì, sì, quello di birra secco. ;-)
RispondiEliminaGrazie!
Se cerchi la qualità devi guardare nella giusta direzione. Prova il antipasto capriccioso. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2Mzc1NTk3MywwMTAwMDAxMixhbnRpcGFzdG8tY2FwcmljY2lvc28tNTgwbWwuaHRtbCwyMDE2MDYxNyxvaw==
RispondiElimina