La nonna di un mio amico diceva "Sacco vuoto non sta in piedi" per convincere i nipotini a mangiare. Però di solito quello che non andava giù ai bambini erano le minestrine. Quando la nonnina preparava a loro un dolcetto non c'era bisogno di insistere e le fauci si spalancavano.
La signora era maestra nel preparare questa frittata dolce tanto amata dall'imperatore Francesco Giuseppe, che tanto bambino non era più anche se aveva conservato l'amore e l'entusiasmo per le cose semplici e buone della sua terra.
Parliamo del regno Austro-Ungarico che nei secoli passati ha significato molto nel bene e nel male per gli italiani che abitavano alcune zone del nord dove ancora si prepara questo piatto saporito.
Quindi anche se all'origine è un piatto austroungarico, è stato ripreso in molte versioni diverse nelle aeree di lingua tedesca anche in Italia e nelle piccole isole ladine di Trentino e Alto Adige dove è conosciuto con nomi diversi come Smornn o Strauben. Mentre in Ungheria si fa ancora una crepe dolce chiamata Palatschinke.
E se il sacco vuoto non si regge in piedi anche quando la testa è vuota è bene
riempire almeno la pancia, perché una testa non può lavorare bene
senza un po' di carburante in corpo.
Soprattutto tornando a
casa tardi dopo una lunga giornata di lavoro o dopo una trasferta si ha voglia di
qualcosa che sia buono e magari così dolce da prepararci a una bella
dormita ristoratrice.
Non importa se questo dolce non brilla per la bellezza perché rientra in quella categoria appunto dei “brutti ma buoni”
.
Il vantaggio è che si può
preparare in poco tempo con ingredienti che si conservano facilmente,
basta organizzarsi prima e procurarseli per tempo per giornate in
cui ce ne sarà bisogno.
Kaiserschmarren significa frittata
dolce dell'imperatore perché si racconta che fosse stato servito all'imperatore Francesco Giuseppe per
assecondare una sua richiesta imprevista di un dolce a cui il cuoco di
corte si trovò a improvvisare usando quel poco che la cucina offriva.
Un po' per l'emozione un po' per
l'agitazione il cuoco bruciò la crepe che aveva sul fuoco
rompendola nel girarla, ma ebbe la prontezza di spirito di ridurla a pezzi, nascondere le
bruciacchiature con lo zucchero a velo e servirla con il ripieno di marmellata a
parte.
Dose per 4 persone:
4 uova
40 grammi di zucchero
200 g di farina grammi di farina "00" passata nel setaccio
200 g di latte
1 pizzico di sale
1 manciata di uva passa
60 grammi di burro
zucchero a velo
confettura
di mirtilli rossi (in latino Vaccinium
vitis-idaea o
in tedesco Preiselbeeren)
rum (facoltativo)
Montare albume e tuorlo separatamente ognuno con metà dello zucchero. Quando il tuorlo è
bianco e ben montato si aggiungono farina e latte a piccole dosi
alternati e l'uvetta preventivamente messa in ammollo in poca acqua
o rum.
Sciogliere il burro in una padella
e cuocere la frittata in più riprese perché deve essere sottile.
Tagliarla a quarti e girarla. A
cottura ultimata tagliarla a pezzi con una forchetta.
Servire con marmellata di mirtilli
rossi (cranberry) e zucchero a velo.
Questa ricetta è stata pubblicata anche nella sezione Testa e Pancia del sito di Mazz Mariano, un amico mentalista che crede in me. Grazie!
Questa collaborazione nasce dall'idea di entrambi di proporre cibi gustosi e facilmente realizzabili anche da chi ha poco tempo e fa orari da "artista" come lui.
A me piace scrivere ogni tanto una ricetta per lui perché anche se lui dice di non avere poteri magici secondo me è un mago :)
E se qualcuno non sa chi sia un mentalista o cosa faccia, legga QUI!!
Questa ricetta è stata pubblicata anche nella sezione Testa e Pancia del sito di Mazz Mariano, un amico mentalista che crede in me. Grazie!
Questa collaborazione nasce dall'idea di entrambi di proporre cibi gustosi e facilmente realizzabili anche da chi ha poco tempo e fa orari da "artista" come lui.
A me piace scrivere ogni tanto una ricetta per lui perché anche se lui dice di non avere poteri magici secondo me è un mago :)
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