Il caldo forte è qui, la voglia di cucinare è poca e si mangiano volentieri cibi freddi, alcuni cotti al forno e gustati a temperatura ambiente, oppure insalate di ogni tipo.
Oggi il suggerimento mi è arrivato da un amico, Armando Castagno, stimatissimo esperto di vino, sommelier AIS, relatore e degustatore AIS (quando penso a lui mi vengono in mente Piemonte, Sardegna, Francia e non solo) e infatti da lui ho avuto l'idea e l'abbinamento.
Andiamo per gradi e partiamo dal cibo.
Andiamo per gradi e partiamo dal cibo.
A me piace molto unire la frutta alle insalate verdi e lo faccio spesso soprattutto in estate ma anche in inverno una mela non manca mai con semplice scarola o lattuga.
Qui abbiamo il matrimonio, secondo me riuscitissimo, tra anguria e feta.
Ed ecco realizzato l'incontro in apparenza semplice ma non banale tra la sapidità forte del formaggio greco unito alla tipica frutta estiva, nota per la sua "sugosità", che pulisce le papille e alla menta per gli aromi balsamici.
Ed ecco realizzato l'incontro in apparenza semplice ma non banale tra la sapidità forte del formaggio greco unito alla tipica frutta estiva, nota per la sua "sugosità", che pulisce le papille e alla menta per gli aromi balsamici.
Darò anche le dosi che non solo per nulla necessarie, giusto per dare un'idea, per due persone (io l'ho mangiata da sola come pasto unico):
una fetta di anguria 800 g (pesata da pulire e fredda di frigo)
Feta greca 100 g
menta fresca
sale, pepe
olio extravergine delicato
Anche la ricetta è superflua, quello che serve sono giusto un paio di piccole accortezze per non ritrovarsi la ciotola "annacquata" dall'anguria.
Preparare per prima cosa la feta tagliandola in cubetti di 1-2 cm al massimo.
Lavare e separare le foglie di menta.
Quindi eliminare la buccia e la parte bianca della fetta di anguria, togliere i semi e tagliare in cubetti di 2-3 cm.
Metterli in una ciotola a riposare affinché si possa eliminare l'acqua in eccesso mentre si finisce la preparazione.
Disporre anguria (ben scolata) e feta in un piatto e cospargere di menta, sale e pepe macinato al momento. Condire con l'olio e portare subito in tavola senza mai mescolare e mangiare subito.
Gli ultimi passaggi sono fondamentali, preparare la momento di servire e non mescolare soprattutto.
Confesso che mangiata con le bacchette dà un gusto particolare soprattutto se si prendono i due ingredienti insieme in un solo boccone.
Per l'abbinamento con il vino ci viene in aiuto il nostro esperto sommelier Armando Castagno che suggerisce una bollicina rosa, lo Champagne Ice Suave Royal di Paul Berthelot.
Fidandomi ciecamente della proposta da profana mi sono documentata e quello che leggo è per me stupefacente. Prima cosa la composizione che è Pinot Noir 60%, Chardonnay 25%, Vino rosso di Champagne 15% .
Lo Champagne Rosé viene prodotto nella maggior parte dei casi aggiungendo vino rosso al vino bianco, come in uqesto caso si deduce dalla composizione. Solamente alcuni produttori utilizzano un metodo diverso detto "saignée", che prevede la macerazione del succo delle uve nere con le bucce per un periodo di tempo molto breve affinché la buccia rilasci il pigmento.
Si tratta inoltre di un "demi-sec" con un dosaggio di 40 grammi per litro. Il dosaggio è l'ultimo passaggio prima della tappatura ne processi di produzione di uno champagne. Questa fase prevede di aggiungere al vino una piccola parte di “liqueur de dosage”, chiamato anche "liqueur d'expédition".
Dalle note di degustazione apprendo che siamo di fronte a un grande rosé che non è dolce all'assaggio ma ha una soavità particolare come sensazione tattile e non gustativa. In abbinamento viene consigliato l'incontro con formaggi cremosi "di carattere" fragoline o altra frutta simile.
Altri abbinamenti consigliati sono i dolci secchi, la frutta secca o la cucina etnica piccante e speziata.
Fidandomi ciecamente della proposta da profana mi sono documentata e quello che leggo è per me stupefacente. Prima cosa la composizione che è Pinot Noir 60%, Chardonnay 25%, Vino rosso di Champagne 15% .
Lo Champagne Rosé viene prodotto nella maggior parte dei casi aggiungendo vino rosso al vino bianco, come in uqesto caso si deduce dalla composizione. Solamente alcuni produttori utilizzano un metodo diverso detto "saignée", che prevede la macerazione del succo delle uve nere con le bucce per un periodo di tempo molto breve affinché la buccia rilasci il pigmento.
Si tratta inoltre di un "demi-sec" con un dosaggio di 40 grammi per litro. Il dosaggio è l'ultimo passaggio prima della tappatura ne processi di produzione di uno champagne. Questa fase prevede di aggiungere al vino una piccola parte di “liqueur de dosage”, chiamato anche "liqueur d'expédition".
Dalle note di degustazione apprendo che siamo di fronte a un grande rosé che non è dolce all'assaggio ma ha una soavità particolare come sensazione tattile e non gustativa. In abbinamento viene consigliato l'incontro con formaggi cremosi "di carattere" fragoline o altra frutta simile.
Altri abbinamenti consigliati sono i dolci secchi, la frutta secca o la cucina etnica piccante e speziata.
Pare che l'origine di questo abbinamento provenga dal Libano ma non ricordo più dove l'ho letto. Invece questo interessante champagne consigliato sarei proprio curiosa di provarlo. Anche io amo questi tipo di piati unici in questa stagione.
RispondiEliminaPare che l'origine di questo abbinamento provenga dal Libano ma non ricordo più dove l'ho letto. Invece questo interessante champagne consigliato sarei proprio curiosa di provarlo. Anche io amo questi tipo di piati unici in questa stagione.
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