Le vacanze sono finite, ma in fondo c'è molto di buono anche in questo. Al mare non avevo la connessione internet perché TIM lì non prende e tutti i miei programmi di postare una ricetta a settimana sono saltati. Bene, ottima occasione per riposarmi.
Però adesso sono tornata e ho molte idee.
Le ha anche il mio fornitore di fiducia Massimo Piccheri de Le Officine del Gusto e alla mia prima visita abbiano pensato a questa ricetta romana che non si può realizzare sempre perché serve una materia rima speciale, l'intestino del vitellino da latte.
Questo è un piatto della tradizione romana che come ricorda il mio amico Danilo Villani "è una cucina austera che trae le sue origini dal popolino". E quindi gli ingredienti base sono al massimo 3 e tutti locali.
Inoltre la cucina capitolina può sembrare pesante ma ricordiamoci che spesso sono piatti unici che si accompagnano al pane, al vino e all'acqua, quindi completi da soli. L'apparente pesantezza deriva dal fatto che oggigiorno spesso l'accompagniamo a un secondo, contorno, dolce, caffè e ammazza caffè. E magari preceduto da antipasti e fritti misti.
Niente di più sbagliato. Da solo ha le calorie e tutti i nutrienti di un pasto completo.
Sazia e soddisfa così com'è.
per 4 perone
500 g di rigatoni o mezzemaniche
400 g pajata di vitello
400 g polpa di pomodoro
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 carota (facoltativa)
vino bianco per sfumare
olio extravergine di oliva della Sabina
sale e pepe
peperoncino (facoltativo)
pecorino romano
Sminuzzare le verdure e metterle in padella con poco olio ad ammorbidirsi. Non devono friggere ma cuocersi lentamente.
Aggiungere la pajata lavata, spellata e legata dal macellaio, se non vogliamo farlo noi. Far insaporire su tutti i lati e sfumare con vino bianco. Lasciare qualche pezzo non legato tagliato a pezzetti per insaporire il sugo.
Aggiungere la polpa di pomodoro e cuocere, coperta e a fuoco basso, almeno 1 ora o più fino a quando il budello non è morbidissimo. Poco prima di spegnare aggiustare di sale e pepe, e peperoncino se piace.
Cuocere la pasta molto al dente. Io ho usato le mezze maniche Pasta60027 di Carla Latini. Scolare la pasta e farla saltare velocemente con un po' di sugo, impiattare e aggiungere altro sugo, le treccine di pajata e tanto pecorino romano.
Tutte le foto con la sequenza della preparazione sono su Flickr
Questo è un piatto della tradizione romana che come ricorda il mio amico Danilo Villani "è una cucina austera che trae le sue origini dal popolino". E quindi gli ingredienti base sono al massimo 3 e tutti locali.
Inoltre la cucina capitolina può sembrare pesante ma ricordiamoci che spesso sono piatti unici che si accompagnano al pane, al vino e all'acqua, quindi completi da soli. L'apparente pesantezza deriva dal fatto che oggigiorno spesso l'accompagniamo a un secondo, contorno, dolce, caffè e ammazza caffè. E magari preceduto da antipasti e fritti misti.
Niente di più sbagliato. Da solo ha le calorie e tutti i nutrienti di un pasto completo.
Sazia e soddisfa così com'è.
per 4 perone
500 g di rigatoni o mezzemaniche
400 g pajata di vitello
400 g polpa di pomodoro
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 carota (facoltativa)
vino bianco per sfumare
olio extravergine di oliva della Sabina
sale e pepe
peperoncino (facoltativo)
pecorino romano
Aggiungere la pajata lavata, spellata e legata dal macellaio, se non vogliamo farlo noi. Far insaporire su tutti i lati e sfumare con vino bianco. Lasciare qualche pezzo non legato tagliato a pezzetti per insaporire il sugo.
Aggiungere la polpa di pomodoro e cuocere, coperta e a fuoco basso, almeno 1 ora o più fino a quando il budello non è morbidissimo. Poco prima di spegnare aggiustare di sale e pepe, e peperoncino se piace.
Cuocere la pasta molto al dente. Io ho usato le mezze maniche Pasta60027 di Carla Latini. Scolare la pasta e farla saltare velocemente con un po' di sugo, impiattare e aggiungere altro sugo, le treccine di pajata e tanto pecorino romano.
Tutte le foto con la sequenza della preparazione sono su Flickr
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