29 marzo 2018

La pizza di Pasqua di zia Marisa.



Zia Marisa non è  mia zia, è la zia di mio cognato, ma tutti la chiamiamo così. E' famosa tra i parenti perché fa  la migliore pasta fresca all'uovo. Ne fa alcuni vassoi anche prima di andare in vacanza e li porta ai  nipoti che sono felicissimi di mangiarla.
Per  Pasqua fa le pizze dolci tradizionali del Lazio (e Umbria, con alcune variazioni sul tema), grandi e profumate e regala anche quelle ad amici e parenti.
Io di solito faccio la pizza dolce di Civitavecchia che ho  pubblicato sia con  lievito madre  che  con biga.
Oggi ho avuto la ricetta di Marisa dalla  figlia  Anna e il permesso di condividerla con tutti.
Ecco la sua ricetta. Mi interessano molto il procedimento e le dosi. Per gli ingredienti ognuno può  modificarli come crede o fare sostituzioni per gli aromi.


450 g  farina grano tenero
450 g  manitoba
400 g  zucchero + due cucchiaini
6 uova
2 bustine di vanillina
1  fialetta  di arancio o fiori di arancia
scorza di mezzo  limone 
2 dita  olio extravergine
1 dito di liquore per pasticceria
3 bustine  di lievito di birra  secco
1 tazza  di latte
burro per lo stampo

In una ciotola grande mettere 4 etti di zucchero, un pizzico di sale, 6 uova intere, vanillina  (o  estratto di vaniglia), fiori d'arancia, scorza di limone e sbattere con le fruste per 10/15 minuti. Aggiungere l'olio, il  liquore e sbattere di nuovo.
In una tazza mettere il  lievito, 2  cucchiaini di  zucchero e una tazza di latte tiepido e far  riposare 5  minuti.
Aggiungere all'impasto e continuare a sbattere. Aggiungere la farina setacciata  poco  per  volta.
Imburrare uno stampo alto, versare l'impasto e  coprire  con la pellicola.
A  questo punto zia Marisa suggerisce di pregare che lieviti...  per  circa 8/9 ore.
Scaldare un forno statico a  180°C e  cuocere  30  minuti. Coprire  con una busta  del pane  e  cuocere altri 30 minuti.
Fare la prova stecchino. Se  esce asciutto  spegnere il forno e lasciarla  dentro altri 10 minuti. Quando è  fredda  capovolgerla.


E' già molto buona così. Con così tanto  lavoro vale la pena fare alcune  modifiche per valorizzare di più la fatica fatta. Suggerisco di sostituire la vanillina con vaniglia in baccello o con estratto di vaniglia (che hanno un aroma più morbido e rotondo, ma che tuttavia nei prodotti da forno non si distingue  dalla vanillina come dice anche  Bressanini), le fialette di aromi con acqua di fiori di arancio, la Manitoba con una farina di forza  italiana e il liquore di pasticceria con una  sambuca o un altro liquore a piacere.

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