In Sardegna ci sono molti tipi di pani, le forme e i nomi cambiano secondo le zone. Uno dei fattori a comune è l'utilizzo della semola di grano duro che tradizionalmente era diffusa in tutta l'isola.
Molti più competenti di me ne hanno scritto. Il pane in Sardegna, ma potrei dire nel mondo, ha svolto da millenni un ruolo importante. E' notizia di pochi anni fa che nel nuraghe Arrubiu, è stato scoperto un laboratorio per la panificazione, risalente al tredicesimo secolo avanti Cristo.
Già una notizia così è sufficiente a dimostrare quanto questo alimento sia legato a doppia mandata a usi e costumi dell'isola.
Ma non voglio fare qui una disquisizione che richiederebbe molto tempo e molte più conoscenze delle mie. Mi limiterò a parlare di un piatto interessante diffuso nella zona del Logudoro e Meilogu. In particolare Nei paesi di Giave e Bonorva.
Il pane caratteristico di quella zona, quello che si faceva nelle case una volta al mese e durava fino alla volta successiva era (è) la spianata, o "poddine" e "poddine vine", nella versione tipica di Bonorva è il pane Zichi, inserito tra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT sono prodotti inclusi in un apposito elenco, predisposto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con la collaborazione delle Regioni).
Ma mentre la spianata vera è difficile da trovare, se ne può comprare una versione meno artigianale, il pane Zichi viene ancora prodotti da diversi panifici di Bonorva.
La caratteristica di questi pani è quella di durare molto perché con la cottura perdono la maggior parte dell'umidità. Così seccati possono anche essere usati come una pasta che si può condire in molti modi. Originariamente il condimento più diffuso era un sugo fresco di poodori e basilico e molto pecorino oppure un semplice aglio e olio con una ricca spolverata di prezzemolo trito.
Prepararlo è molto semplice.
Si prendono le sfoglie di pane e si spezzano a pezzi medio grandi. Si lessano in acqua bollente salata (4 minuti per la spianata, fino a 10/15 per il pane zichi secondo i gusti) calcolando 80/120 g a testa.
Se si usa la spianata che è più fresca e morbida dello Zichi, si deve prima far seccare (all'aria o in forno a 40°C è uguale) e si pesa secco.
Mentre il pane cuoce si prepara un sugo leggero. Il mio preferito è a base di pomodorini, aglio e olio.
Io lo preparo così. Scaldare poco olio in cui mettere l'aglio che non deve mai friggere. Levare l'aglio e aggiungere i pomodorini tagliati in due o in quattro secondo la dimensione. Far cuocere due minuti a fiamma altissima e spegnare. Aggiustare di sale. A piacere aggiungere, erbe (basilico) e peperoncino.
Appena la pasta è cotta saltarla velocemente nel sugo e servire.
Finire con abbondante pecorino di Sardegna.
Mi piace fare un sugo con pomodorini misti o anche solo gialli, quando sono in piena maturazione e sono dolcissimi.
mi piace la consistenza un po' "scivolosa" della sfogliata ri-cotta, quasi da gnocco cinese (è un complimento eh!).
RispondiEliminaIn casa nostra la spianata fresca si è sempre chiamata "su pane ladu", così la chiamava la mia nonna Tempiese.
Che peccato non sapere che poche parole in sardo! allora per i nonni, il "dialetto" era considerato una vergogna e nemmeno tra di loro, in presenza dei figli ( mia mamma e i miei zii) parlavano la loro lingua.
Ho preparato lo starter di zenzero...ti farò sapere.
Un saluto, il cat
Grazie di quest e cose che mi dici. Mia nonna parlava in sardo e mio padre lo fa ancora quando ne ha l'occasione.
EliminaA Tempio parlano una lingua diversa ma alla fine alcune parole sono simili. Da noi il pane spianata si chiamava poddine fine, cioè pane fine.
Aspetto tue notizie sullo starter.
A presto.
Dei fueddu in sardu...in bidda mia si faid sa fregula groga..poita poneus su tzaffaranu.
RispondiEliminaDei fueddu in sardu...in bidda mia si faid sa fregula groga..poita poneus su tzaffaranu.
RispondiEliminaIl pane zichi si fa PRINCIPALMENTE a Semestene, da sempre, dai tempi che Semestene era un paese connuna popolazione più grande sia di Bonorva che di Giave.
RispondiEliminaPurtroppo, essendo un centro minuscolo di poco più di 100 abitanti oggi giorno, a Semestene non ci sono mai stati panifici e lungo gli anni, Bonorva ha preso "l'esclusiva" di questo pane antico. Il grano migliore e il pane migliore, apparteneva a Semestene, per fortuna qualche abitante coltiva sia il grano che la voglia di fare ancora il pane in casa
C'è qualche privato che vende il pane zichi a Semestene.
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