Hanami, (はなみ e il kanji 花見), è una tradizione molto sentita in Giappone e da noi fino a qualche anno fa quasi sconosciuta (nel 2010 è stata la prima volta che ne ho parlato). All'inizio cosa fosse di preciso fare hanami, non era poi molto chiaro nemmeno a me ma ormai dopo quasi 10 anni e dopo aver passato molte giornate e aver frequentato in più occasioni il giardino dell'istituto Giapponese di cultura di roma inizio ad avere un vago sentore...
In parole povere si tratta di un'usanza tradizionale giapponese di ammirare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi di ciliegio in particolare che in giapponese si chiamano sakura (さくら, o il kanji 桜),
La domanda è:
dove si fa Hanami?
Innanzitutto scegliate un posto idoneo. Se non siete in Giappone ma a Roma, ad esempio, qui è molto quotato il laghetto dell'Eur con i suoi alberi di ciliegio donati dal comune di Tokyo che adornano la cosiddetta "passeggiata del Giappone". Bellissimi i ciliegi del giardino dell'Istituto Giapponese di Cultura che consiglio di visitare, ma in cui non si può fare Hanami.
come si fa Hanami?
Poi seguite i consigli di qualcuno "quotato". Io ho selezionato questi qui.
cosa si mangia?
sempre nei siti specializzati troverete tanti consigli su come prepararvi un bento o cosa prendere come cibo da asporto.
perché farlo?
perché osservare i petali che scendono piano è rilassante e perché... ognuno ha il suo motivo.
Per l'occasione ho voluto provare a fare i takoyaki, le polpettine di polpo che da quando le ho scoperte mi sono piaciute molto.
Il takoyaki, con l'okonomiyaki, è uno dei piatti simbolo di Osaka, capitale gastronomica del Giappone e sede di una famosa scuola di cucina.
Takoyaki significa letteralmente polpo (Tako) arrosto (Yaki, troveremo spesso questa parola in molti piatti nipponici). Quindi il polpo, come si può capire, è uno degli ingredienti base della ricetta cpn l'uovo, il kazuoboshi e la tipica salsa simile a quella okonomiyaki.
Per fare il takoyaki serve la tipica piastra in ghisa con cavità semicircolari, in numero variabile a seconda della dimensione della teglia, la mia ne ha 16. Deve essere oliata e scaldata, poi vi si versa dentro il composto a base d'uovo che viene fatto girare all'interno delle forme semisferiche con un apposito spillone mentre cuoce. Si ottengono così delle palline che si condiscono in vari modi, generalmente con maionese giapponese, salsa takoyaki, aonori (alga) e kazuoboshi (scaglie di tonnetto essiccato).
Il takoyaki è un tipico cibo da strada che è spesso presente nei "matsuri" che si rispettino.
i Takoyaki del Ramen bar Akira di Roma |
(on la mia griglia con queste dosi vengono 3 x 16 palline circa di takoyaki)
150 g di farina 00
300 ml di brodo dashi
1 uovo
2 cucchiai di beni shoga tritato.
un pizzico di sale
100 g di polpo (tako) bollito.
un mazzetto di erba cipollina
kazuoboshiaonori
maionese gipponese
salsa takoyaki
olio di semi
note:
In alternativa al brodo dashi si può usare anche sola acqua ma il takoyaki verrà meno saporito.
Nella scelta del polpo cercate di privilegiare esemplari molto grossi, magari piovre, dai tentacoli spessi e carnosi. Uno o due tentacoli dovrebbero bastare.
Tritare l’erba cipollina.
Triturare il beni shoga (zenzero sottaceto) in modo da avere quadratini di due o tre millimetri circa di spessore. Il beni shoga non è indispensabile, ma dà un particolare sapore al piatto.
Con una frusta sbattere la farina con il dashi, il sale e l’uovo in modo da avere un composto ben amalgamato, liscio e senza grumi. Metteterlo in un recipiente con beccuccio e farlo riposare a parte per qualche minuto.
Nel frattempo tagliare il polpo, precedentemente sbollentato, a pezzi irregolari di circa un centimetro.
Scaldare la padella da takoyaki e oliarla bene. Prima di versare l’impasto la padella deve essere unta bene e molto calda.
Versare la pastella nella piastra cercando di distribuirla uniformemente in tutti gli stampi. Non importa se la pastella finisce anche sugli spazi tra una forma e l’altra, anzi è meglio, servirà per fare la forma sferica.
Distribuire i pezzi di polpo nella padella in modo che in ogni stampino ve ne sia almeno uno o due al massimo. Distribuire sopra il beni shoga e l’erba cipollina. Abbondare, soprattutto con quest’ultima.
Aspettare che l’uovo incominci a cuocere sul fondo degli stampini e poi, con lo spillone, con un movimento secco e circolare, farlo staccare dalla parete di ghisa e pian piano ruotare. Man mano che cuoce, continuare a rigirare il takoyaki così che prenda una forma sferica regolare.
Mettere i takoyaki su un piatto da portata e condire con maionese giapponese e takoyaki e infine spolverate con aonori e kazuoboshi abbondanti.
La difficoltà è soprattutto nel fare le palline ma con il tempo si impara e la piastra attaccherà sempre meno.
Ero un po' timorosa, ma su incoraggiamento di Angelo De Vita di Severance Neo-Osteria mi sono lanciata e ho fatto bene, erano buonissimi!!!
Takoyaki su piatto in ceramica, entrambi fatti da me. |
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