Appena tornata dalla Sardegna, ho ancora nelle narici i profumi della macchia mediterranea. E allora perché riprendere a scrivere ricette con spunti nipponici invece che sardi? Perché ho voluto fare una cosa veloce e perché oggi mi iscrivo al 3° corso di giapponese e sono molto emozionata.
Poi queste due isole non sono in fondo così lontane. Conosco molti giapponesi che quando hanno conosciuto la terra sarda se ne sono innamorati.
Alcuni hanno portato alcune tradizioni gastronomiche in Giappone. A Tokyo c'è un ristorantino che si è specializzato in seadas e a detta degli esperti le fanno meglio di tanti sardi. Perché quando un giapponese fa qualcosa ci mette tanta cura e precisione, sia nell'esecuzione che nella scelta delle materie prime.
Se qualcuno è curioso o pensa di fare un viaggio in Giappone il ristorante si chiama "Seadas Flower Caffè" セアダスフラワーカッフェ.
I proprietari vanno regolarmente in Sardegna per ampliare le loro conoscenze delle tradizioni dell'isola italiana.
Tornando all'argomento di oggi c'è un'altra curiosità, il riso. Anche questo cereale, che è alla base della preparazione degli onigiri, unisce i due paesi. La Sardegna è tra i maggiori produttori italiani di riso che viene anche esportato in Giappone nella varietà "originario" e quando ce l'ho uso quello sardo.
Il riso è così importante in Giappone che la prima colazione si chiama Asa-Gohan, più o meno "il riso cotto del mattino" (traduzione mia molto libera).
Il riso è così importante in Giappone che la prima colazione si chiama Asa-Gohan, più o meno "il riso cotto del mattino" (traduzione mia molto libera).
Fare gli onigiri è semplice. Bastano pochi elementi: riso originario varietà japonica, qualche ingrediente tipico per il ripieno come umeboshi (prugne ume fermentate sotto sale) o tonno e maionese giapponese (rigorosamente Kewpie!!).
Il riso deve essere cotto con il cuociriso o in pentola con il metodo giapponese.
Per decorarli non ho usato la classica alga nori ma delle foglie di "shiso", il basilico giapponese, che coltivo sul mio terrazzo.
Anche la varietà rossa.
Ho fatto questa sostituzione ispirata da una foto che lo chef Keisuke Koga ha pubblicato sul suo profilo Instagram tempo fa.
Come riso ho provato quello del Todis, ma di solito ne prendo uno al Korean Market, che per ora è quello che mi dà i risultati migliori.
Come riso ho provato quello del Todis, ma di solito ne prendo uno al Korean Market, che per ora è quello che mi dà i risultati migliori.
Se non trovate riso giapponese, usate la varietà originario, lo dice anche Erikottero nel suo video:
Per finire ho rotolato le polpettine in sesamo nero.
Per la ricetta non avevo che l'imbarazzo della scelta, ho diversi libri e online si trova di tutto, ma mi fido di Tradurre il Giappone e ho seguito la sua, con alcune varianti.
Onigiri in foglia di shiso.
per la cottura del riso
riso giapponese o originario
alga kombu
per il ripieno
umeboshi
tonno sott'olio
maionese, preferibilmente Kewpie
per la lavorazione
sale
shiso
sesamo nero
Onigiri in foglia di shiso.
per la cottura del riso
riso giapponese o originario
alga kombu
per il ripieno
umeboshi
tonno sott'olio
maionese, preferibilmente Kewpie
per la lavorazione
sale
shiso
sesamo nero
Cuocere il riso con una pentola cuociriso o con il metodo orientale chiamato anche cottura alla persiana che ho descritto più volte qui e tipico del classico riso bianco che ci viene servito al ristorante cinese con i chicchi separati ma compatti. NON usare riso lessato in acqua o il risultato sarà completamente diverso e deludente.
Altra raccomandazione: in mancanza di riso giapponese usare riso della varietà originario, il più simile al riso giapponese. Scordatevi Carnaroli, Vialone nano, Arborio o simili, perfetti per fare un risotto ma completamente inadatti a questa preparazione.
Per fare le polpettine alcuni usano gli stampini ma io non li ho mai trovati e mi piace di più farli a mano.
Io faccio così, bagnare le mani e distribuire sopra un po' di sale, prendere con un cucchiaio bagnato il riso ancora caldo e metterlo sul palmo della mano piegata a dita unite. Prendere il ripieno scelto e metterne un po' all'interno, premere con il pollice della mano libero al centro, in modo da creare un piccolo buco per il ripieno e coprire con un po’ di riso. Ora viene la parte più difficile da spiegare ma che dopo poche volte riuscirà facilmente.
Bisogna girare e compattare il riso modellandolo per dargli una forma triangolare. Il tutorial su Tradurre il Giappone può essere molto utile.
Sullo stesso sito c'è anche una simpatica infografica sugli onigiri.
A questo punto volendo si passano le polpettine nel sesamo nero e di solito si mette un pezzo di alga Nori alla base del triangolo, io ho usato due foglie di shiso.
La prossima volta bagnerò le foglie in modo che si attacchino al riso.
Spesso il riso viene mescolato con tonno o salmone o piselli, sesamo nero, gamberetti ecc prima di dargli al forma. Ancora più spesso vengono decorati con pezzi di alga nori tagliati a forma di occhi o bocca.
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