Queste dolcissime treccine sono dolci tipici sardi del carnevale. Io li ho conosciuti con questo nome soprattutto in Gallura. Sono fatti di una pasta fritta e glassata con il miele profumato all'arancia.
Il carnevale in sardegna inizia con la festa di sant'Antonio ed è ricco di tanti dolci che spesso cambiano nome da paese a paese e non è facile orientarsi.
Gli impasti in alcuni casi sono lievitati oppure sono una sorta di brisée a base di strutto.
Attualmente molti fanno gli acciuleddi con un impasto che prevede anche uova e zucchero ma in passato si facevano con la pasta violada, da alcuni definita la frolla sarda che è composta da sola semola di grano duro sardo, 1/5 di strutto e tanta acqua calda quanta ne serve per avere un impasto morbido ma non troppo. Queste proporzioni sono suggerite da Claudia Casu sul suo SardegnaCookingStudio/
Il caratteristico intreccio è la loro bellezza.
Ingredienti per circa 30 treccine:
300 g di semola rimacinata
scorza grattata di 1 arancia (io ho usato polvere di arancia autoprodotta)
60 g di strutto
acqua calda qb
300 g di miele per la glassatura
decorazioni a piacere
olio per friggere (io uso olio di arachidi)
Impastare tutti gli ingredienti (nell'impastatrice o a mano come me) fino ad ottenere una pasta soda ed elastica.
Lasciar riposare l'impasto circa 1 ora in frigo o anche di più.
Prendere piccole noci dall'impasto e ricavare un filoncino lungo e sottile.
Piegare in due il filoncino unendo le due estremità e appoggiarlo sul piano. Afferrare le due estremità e arrotolare. A un certo punto si attorciglierà da solo su se stesso.
Su YouTube sono presenti molti video tutorial sul modo di arrotolare gli acciuleddi.
Mettere tutte le treccine ottenute su un vassoio.
Scaldare l'olio di semi e friggere le matassine girandole spesso fino a un colore dorato scuro. Asciugarli su carta assorbente e far freddare.
Versare il miele in un pentolino con le scorze di arancia tagliate in zeste. Scaldare fino a poco prima che frigga. Unire le matassine e mescolare a fuoco bassissimo.
Quando avranno assorbito tutto il miele mettere su un piatto e decorare a piacere.
Carrasecare, Carrasegare o Carre ’e segare, con questa parola viene indicato il carnevale nelle regioni centrali della Sardegna, la Barbagia. Il significato di questa espressione è, letteralmente, "carne da tagliare", "squarciare". "Carre de secare" indica la carne viva che viene smembrata e ciò potrebbe far riferimento al sacrificio rituale di una vittima animale (un capro, un bue, un toro) che rappresenta il dio Dioniso o Maimone, in ricordo della sua morte.
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